Camminare in città

 

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Scrive un lettore: “Sono appena stato dal medico per la visita di controllo che faccio ogni anno. Per fortuna quasi tutti i valori sono a posto, a parte il colesterolo un po’ alto, un po’ di dolori da prima artrosi e il peso eccessivo. Finora si poteva dire “un po’ di classica pancetta”, tutto sommato normale per un 58enne, ma adesso sto davvero ingrassando troppo, 90 chili per 1 e 70 di altezza.

Il medico mi ha consigliato di fare sport e camminare molto. Ad esempio, di usare meno l’auto per piccoli spostamenti e di andare a piedi. Io e lo sport non siamo mai andati troppo d’accordo, invece l’idea di camminare non mi dispiace, anche se non ho nessun allenamento. Vivo in città, la primavera mi sembra il periodo migliore. Con quanti minuti comincio? Ha un programma di camminata da suggerirmi?”

Proviamo dapprima a ragionare con i freddi numeri: ognuno di noi ha un suo BMI (acronimo anglosassone derivato da “Body Mass Index”, ossia “Indice di Massa Corporea”) che è divenuto uno strumento diagnostico, seppur con qualche criticità, per valutare il peso di un soggetto e la sua distanza da quello ideale, considerato tale in quanto statisticamente associato al minor rischio di ammalarsi. Il calcolo del BMI è stato proposto per la prima volta dallo studioso belga Adolphe Quelet (1796-1874) e consiste nella divisione del peso di un soggetto, espresso in kg, per il quadrato della sua statura espressa in metri. In un individuo alto 1,70 m e pesante 90 kg, il calcolo del BMI si basa dunque sulla seguente equazione: BMI: 90 / (1,70)= 32, 14 kg/m2.

Con buona approssimazione si può dire, facendo riferimento alle tabelle internazionali e valutando il sesso e l’età, che il valore 32 viene considerato nel range dell’obesità di primo grado e quindi facente parte, ahimè, di un settore di patologia che andrebbe affrontato con il sinergico indirizzo di un nutrizionista e di un esperto in attività fisica. Se si considera che per un soggetto di tale età il peso forma viene usualmente accettato attorno ai 75 kg, si può pensare come il nostro cortese lettore vada in giro tutto il giorno portandosi dietro due cestelli di acqua minerale: in realtà il peso è distribuito in modo generalizzato, ma il rilievo riferito appunto alla mera numerazione ci dice questo.

Senza entrare nel merito delle scelte del curante e con tutto il rispetto deontologico verso le stesse, parlare di sport appare un po’ eccessivo stante che lo stesso è un’attività fisica che prevede delle regole precise, una performance e possiede la caratteristica di prevedere eventuali piccoli incidenti durante lo svolgimento. Cosa che invece l’attività fisica intesa come fitness non contempla, dato che la priorità è l’assoluto benessere di chi lo pratica. Unitamente a questo va impostato obbligatoriamente un piano alimentare che deve essere stilato da un dietologo per evitare le diete “fai da te” che sono quasi sempre destinate a fallire malinconicamente.

Tra il non fare nulla e camminare evidentemente la seconda scelta appare inequivocabile, però volendo ancora “giocare con i numeri” consideriamo che 60 minuti di camminata semplice consumano circa 300 calorie, che salgono a circa 500 con la camminata veloce. Il beneficio cardiovascolare è modesto, nullo quello relativo alla tonificazione muscolare. Nel caso poi di una obesità lieve non dobbiamo dimenticare che il carico articolare, specie su anca e ginocchio, può diventare impegnativo ed eventualmente aggravare fenomeni artrosici già in atto. Dato che le scelte del proprio stile di vita sono libere e da rispettare, pur con le riserve appena esposte e considerando di deambulare in città dove l’aria sicuramente è peggiore che in campagna, si possono dettare alcune regole di base.

Scegliere le prime ore della giornata per l’attività fisica, evitando quindi di camminare sotto il sole cocente, reidratarsi abbondantemente prima durante e dopo l’esercizio, utilizzare un vestiario leggero in cotone, scarpe comode e iniziare con 30 minuti per circa due settimane, salendo poi di altri 15 per una settimana e arrivare poi all’ora di cammino. A questo punto la valutazione è tipicamente soggettiva e si potrà essere in grado di allungare costantemente il tragitto, non superando però le due ore per evitare i suddetti sovraccarichi funzionali sulle articolazioni. Il riassunto, un po’ deludente, è quello che camminare fa bene (piuttosto che essere sedentari), ma i benefici sono piuttosto limitati

Fonte: https://osservatoriosenior.it/2018/05/camminare-per-la-citta/

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