Continua (2) “La storia dell’Origami”

La storia dell’origami intorno al 1500 registrò un cambiamento dovuto allo sviluppo, nell’ambito del buddhismo, di nuove scuole, la più famosa delle quali è probabilmente quella zen, che esalta l’autodisciplina, la meditazione e il contatto con la natura.

L’origami si diffuse dunque in strati sempre più ampi della società e fu in quest’epoca che nacque il noshi, una decorazione di carta utilizzata per accompagnare un dono in segno di buon augurio o per congratularsi per un successo ottenuto, la tradizione giapponese ha codificato numerosi tipi di noshi adatti alle più svariate occasioni, attuali ancora oggi.

Si sviluppò inoltre l’uso di piegare in forma di farfalla, di gru e di fiore o ancora in forme astratte e geometriche le lettere con cui si indirizzavano le proprie suppliche al signore del luogo o si ricercavano i favori dell’amata, la quale poteva capire già dal colore e dalla forma se la lettera avesse un contenuto amoroso o meno.

Nelle famiglie in vista, conoscere l’arte dell’origami divenne un requisito fondamentale per essere ammessi in società e molte casate adottarono proprio un origami come stemma.

Questa disciplina prese gradualmente a diffondersi anche nelle classi popolari. Si creavano custodie per piccoli oggetti, come i tato, utilizzati per la conservazione di erbe officinali.

Anche il kusudama, una sfera di erbe che si riteneva avesse il potere di proteggere dagli spiriti maligni, veniva realizzato in carta, usando più fogli uniti tra loro con ago e filo. In questo periodo il Paese raggiunse un notevole sviluppo economico, che portò un relativo benessere e una certa tranquillità sociale.

Verso il 1600 in Giappone arrivò la stampa e l’origami sfruttò questo mezzo per aumentare la propria diffusione.

Sono stati ritrovati alcuni testi che riportano modelli di origami tra i più antichi vi è una raccolta di personaggi tradizionali.

L’opera forse più celebre è quella il cui titolo allude ai “segreti per piegare le mille gru”. La gru ha percorso davvero molta strada dalla sua nascita e si potrebbe anzi dire che si è moltiplicata strada facendo.

In realtà, con il passar del tempo si sono moltiplicati i suoi significati.

Sono note anhe altre raccolte di modelli tradizionali tra cui la più famosa è probabilmente, tradotta letteralmente la “finestra sulla stagione fredda”.

Si tratta di una raccolta di modelli cerimoniali: la farfalla maschio, ocho, e la farfalla femmina mecho , il folletto portafortuna, i danzatori, i lottatori, le bambole hina.

Il valore di questa raccolta è enorme perché documenta la lunga serie di modelli tradizionali conosciuti già a quel tempo.

Con la fine del 1800 per il Giappone iniziò una fase di “contaminazione” con la cultura occidentale.

Fino ad allora, infatti, erano stati pochissimi i giapponesi che avevano avuto l’opportunità di uscire dai confini nazionali; ancor meno erano gli stranieri che avevano avuto l’opportunità di accedere al Paese del Sol Levante.

Gli scambi economici erano ridottissimi e quelli culturali quasi inesistenti.

Fu in quest’epoca che gli occidentali scoprirono il Giappone e che i giapponesi cominciarono a far conoscere l’origami all’estero grazie a vere e proprie tournèe appositamente organizzate.