Il profilo di una generazione fortunata

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Considerazioni esistenziali/generazionali scritte durante il primo lockdown ed aggiornate a maggio 2022.

– Buongiorno, Signora…-…ma che fretta !?…certo che per voi…

Mi fermo, stavo scendendo di fretta le scale, per far sì che la Signora, che avevo superato di tre/quattro gradini, mi raggiungesse:

– scusi Signora, …stava dicendo?

– …stavo dicendo che per “voi”, (sottolineato con una qual certa delicata enfasi), non è che vada poi così tanto male!

Il “voi” proferito stava ad indicare un “voi pensionati” …e non proprio nell’accezione più benevola, in quanto percepiti come uno status decisamente privilegiato, rispetto ad altre categorie che, con riferimento alla pandemia, dovevano farvi fronte in ben altre condizioni. Sostanzialmente quanto sopra era il leit-motiv dei nostri incontri casuali di condominio, anche se le situazioni ed avvenimenti a cui si riferiva erano diversi rispetto al momento dell’incontro.

– Signora mia, cosa vuole? Non è colpa mia se lei è così giovane!! Facciamo cambio? Sì, sì…vado di fretta….

Uscendo dal portone, mi congratulo con me stesso per essermela cavata, non solo alquanto elegantemente, ma soprattutto velocemente… non sempre però andava così!

Dopo un po’, mentre attendo di attraversare la strada, attesa che si prolunga per via del traffico, la mia mente torna alle parole della Signora, e questa volta con un sottofondo meditabondo e generazionalmente comparativo.

Mi sia concesso specificare quanto appena detto, prendendo a prestito le parole del Vate sull’ermo colle:

…e le morte stagioni e la presente…vo comparando…

Come “morta stagione” diciamo che, nato nei primi giorni del ‘47, rientro di buon diritto nel cuore della generazione “Baby Boomers”, diventata nel frattempo “ex Boomers”, con accezione non proprio benevola.

Ovvero quella generazione sulla quale, nel corso degli anni, son stati scritti libri ed articoli e che è stata definita una generazione fortunata: “la fortuna più grande di cui ha goduto, al di là di condizioni storiche straordinariamente favorevoli, è stata quella di aver potuto sognare” (1). Ma anche di aver potuto scegliere. (E sino al 24 febbraio 2022, senza aver mai visto una guerra in Europa…)

In effetti, se ripenso a quand’ero teenager, mi si son presentate occasioni interessanti, diciamo anche preziose.

La più importante è stata la possibilità di frequentare un anno di liceo negli USA, quand’ero appena quindicenne. Lo stesso anno della marcia di Martin Luther King e dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Esperienza che ha avuto un grande valore nella mia vita e, specificatamente nell’ambito professionale, non solo durante i colloqui assunzionali, ma anche da responsabile, nella famigerata SIP, del Servizio “Trasmissione Dati”.

Per inciso erano i primi passi del “digitale”, che poi si son tramutati nella corsa travolgente della Rete e di Internet.

L’esser stato un “exchange student” della prima ora, si è rivelato un prezioso passepartout, anche dopo decenni.

Ed il percorso professionale che ho avuto la fortuna di fare, ha sempre goduto di un profilo, non solo moderatamente elevato, ma soprattutto  dinamicamente in ascesa. Ascesa poi interrotta bruscamente dallo tsunami della bolla di Internet di inizio di questo millennio. Tsunami che ha travolto anche i Baby Boomers, divenuti, come già detto, ex-Boomers e visti come persone obsolete e sorpassate dai tempi, persone che impedivano l’affermarsi delle nuove tecnologie.

Ovvero di essere l’eredità dell’“analogico” che frenava la rivoluzione digitale. La storia si ripete, come insegna G.B.Vico: eravamo i nuovi “matusa”, secondo la terminologia degli anni ‘70.

E veniamo così alla “presente stagione” (anno pandemico 2020) dove, riguardo sempre al profilo, si può mediamente convenire che per la generazione di cui si sta parlando le cose non vanno, come già detto, poi così tanto male.

Ma giunti all’oggi, e non c’è alcuna necessità di spendere aggettivi per la situazione che si sta vivendo, la questione che si pone è: noi ex-Boomers, cosa possiamo/dobbiamo fare?  Perché è questo che è doveroso chiedersi!

La mia opinione è che si debba dare il nostro contributo allo sviluppo di una nuova e migliore “consapevolezza” a livello individuale, di comunità e di società.

Infatti, all’orizzonte si stanno delineando nuovi scenari: NEXT, NEW NORMAL, NEXT GENERATION EU…e chi più anglicismi conosce, più ne metta….

“Allora, alla luce del fatto che noi ex-Boomers abbiamo alle spalle esperienze e conoscenze relative ad anni complessi, il nostro obbligo è di partecipare nel definire le modalità di transizione verso un futuro che cancelli, lo dico in inglese, gli attuali shortcoming… a cui, purtroppo, abbiamo contribuito non poco.  E in definitiva, questa potrebbe essere la nostra impronta, sia per quanto riguarda il tempo che stiamo vivendo e sia soprattutto per il tempo futuro.”

La parte virgolettata, come pure il resto, è stata scritta due anni fa, da allora c’è stato l’arrivo del PNRR che ha suscitato notevoli speranze, e da due mesi quello che non s’era mai visto in Europa: la GUERRA.

Al momento, non si può dire cosa ci riservi il futuro. Sicuramente sarà meno NEXT di quanto previsto, meno NEW NORMAL di quanto presunto, insomma un’aspettativa “meno – meno”, come certi voti di miei compiti scolastici degli anni ‘60.

E speriamo che sia così e non peggio !

(1) Serena Zoli, La generazione fortunata, Longanesi & C., 2005.

FONTE: https://osservatoriosenior.it/2022/05/il-profilo-di-una-generazione-fortunata/