Nuova normalità

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Siamo esausti. La quarta ondata di Covid, il cui picco di circolazione virale per fortuna ora è stato superato, ci ha di nuovo messo alla prova nelle nostre residue capacità di pazienza e tenuta psicologica.

Che il virus nelle ultime settimane si diffondesse in misura così ampia, anche se poi è avvenuto con effetti meno gravi che in passato nella maggior parte dei casi, non ce lo aspettavamo e ci ha obbligato a rivedere ancora una volta le pochissime certezze che avevamo su questa pandemia. Siamo tornati a proteggerci e ad avere meno vita sociale, ma abbiamo anche aggiunto, increduli di fronte al numero spropositato di parenti, amici e conoscenti che si infettavano, una quantità infinita di tamponi per controllarci.

Avendo ormai acquisito (è una delle poche certezze) che sopra i 60-70 anni si fanno più alte le probabilità di danni seri in caso di contagio, nei periodi in cui l’epidemia si acuisce la stragrande maggioranza dei senior presta attenzioni alla propria sicurezza e si auto impone restrizioni molto maggiori di quelle delle generazioni più giovani.

Sono tantissimi i senior e gli anziani che si autolimitano nelle loro uscite di casa, nell’incontrare amici, nella frequentazione di locali pubblici, anche più di quanto chiedono le norme.

Anche questo, dopo due anni di pandemia, contribuisce alla sensazione di aver dato fondo alle ultime risorse.

Ma quel che ancor di più mina l’equilibrio psicologico è probabilmente l’incertezza sul futuro.

Nessuno – nessuno! – è in grado di dirci cosa accadrà davvero in futuro (compariranno nuove varianti?, quanto durerà l’effetto del vaccino?, ci saranno nuove ondate?) e se per caso qualche esperto dice di saperlo è difficile credergli.

L’imprevedibilità dell’evolversi della pandemia ha delle conseguenze pesanti sulla fiducia nel futuro e genera interrogativi ansiogeni: “ma ormai la mia vita sarà limitata per il resto dei miei giorni?”

A fronte di questa situazione è necessario, soprattutto quando si è avanti negli anni, non rinunciare ad una buona qualità della vita per i mesi e gli anni a venire e diventa importante identificare quali sono attività e rapporti a cui teniamo molto e per i quali siamo disposti a cedere parte della sicurezza pur di coltivarli.

Le sensibilità rispetto al rischio Covid sono tante e variegate quante sono le persone e vanno tutte rispettate; quindi, ciascuno troverà il proprio punto di equilibrio tra attività e rapporti irrinunciabili, da una parte, e rischio accettabile di contagio, dall’altra.

E’ forse proprio questa ricerca, dell’equilibrio più consono a ciascuno di noi, che fa la nuova normalità.

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Fonte: https://osservatoriosenior.it/2022/02/nuova-normalita/