Carla Facchini, sociologa, già Professore Ordinario di Sociologia della Famiglia presso l’Università di Milano-Bicocca, nonché Presidente dell’Associazione Nestore e referente in Osservatorio Senior per gli articoli sulle Differenze di genere, ha condotto una ricerca sui volontari Auser in Lombardia, esplorando il ruolo fondamentale che l’attività di volontariato gioca negli anziani.
In questa intervista, ci parla degli obiettivi della sua indagine, delle scoperte più significative e delle implicazioni per il futuro del volontariato in Italia.
Quali erano gli obiettivi della ricerca e come si collega al progetto “Tapas in Aging”?
“Tapas in Aging” è un progetto biennale coordinato dall’Istituto Neurologico Carlo Besta, in collaborazione con Auser Regionale Lombardia e finanziato dalla Fondazione Cariplo.
L’obiettivo iniziale era comprendere meglio le condizioni di vita degli anziani attraverso un campione di 500 senior in Lombardia. Il questionario non era specificamente incentrato sul volontariato, ma successivamente, abbiamo deciso di approfondire questo tema attraverso interviste e focus group rivolti ai volontari Auser, ottenendo un quadro dettagliato delle loro motivazioni.
Quali sono i principali benefici che i senior traggono dal volontariato?
Il volontariato permette agli anziani di rimanere attivi e sentirsi parte di qualcosa di più grande. Molti partecipanti hanno espresso quanto contribuisca a mantenere viva la loro identità sociale e culturale. Non si tratta solo di avere tempo a disposizione, ma di volerlo utilizzare per rimanere connessi alla società. Spesso, chi partecipa a queste attività ha una scolarizzazione medio-alta e una storia di impegno lavorativo che si protrae nel volontariato.
In che modo il volontariato aiuta a contrastare l’isolamento sociale?
Il volontariato è un’importante via per mantenere attive le reti sociali.
Le persone entrano nelle associazioni grazie a legami esistenti: amici o conoscenti che le coinvolgono. Una volta dentro, il loro capitale sociale si rafforza, migliorando le relazioni e contribuendo a creare spazi fisici e relazioni reali in un’epoca in cui le connessioni sociali tendono a frammentarsi.
Che legame esiste tra volontariato e salute, secondo la ricerca “TAPAS in Aging”?
La ricerca conferma che le reti sociali sono fondamentali per il benessere, specialmente in età avanzata. Chi partecipa al volontariato non solo percepisce una migliore qualità della vita, ma mostra anche un miglior stato di salute rispetto a chi è più isolato. Il volontariato rafforza queste reti sociali, creando un circolo virtuoso: chi è attivo tende a sentirsi meno solo e più supportato. Chi ha una rete sociale più forte è meno esposto a condizioni di disabilità, vivendo con un senso di maggiore benessere, indipendentemente dalla situazione economica.
Quali sono le principali motivazioni che spingono i senior al volontariato dopo il pensionamento?
Il volontariato rappresenta una continuità rispetto al loro passato lavorativo o sociale. Le motivazioni variano: c’è chi vuole mettere a frutto le competenze acquisite e chi cerca un nuovo senso di appartenenza. Alcuni si impegnano per sentirsi parte di un progetto collettivo, mentre altri cercano relazioni significative.
Come l’esperienza passata influenza il modo in cui gli anziani si impegnano nel volontariato?
Molti anziani vedono il volontariato come un’estensione della loro vita precedente. Hanno già vissuto un forte senso di appartenenza collettiva, attraverso il sindacato o movimenti sociali. Il volontariato riempie il vuoto lasciato dalla perdita di queste forme di partecipazione, trasferendo le competenze acquisite in un contesto nuovo. Una nostra intervistata, Adele, ha detto: «Seminare i fiori per avere farfalle. Si parte con l’obiettivo di avere i fiori e poi nascono le farfalle». Questo sintetizza bene il volontariato: si inizia per un obiettivo specifico, ma si scoprono relazioni e benefici inaspettati che arricchiscono ulteriormente l’esperienza.
Ha riscontrato differenze tra uomini e donne nel modo in cui praticano il volontariato?
Sì, le donne tendono a dedicarsi più ad attività legate alla cura e al supporto, mentre gli uomini preferiscono spesso attività più tecniche o organizzative. Tuttavia, ciò che emerge chiaramente è che le persone con un’esperienza lavorativa e una rete sociale più ampia trovano più facilmente il loro posto nel volontariato, indipendentemente dal genere.
In che modo il contributo degli anziani rafforza il “welfare di prossimità”?
Il “welfare di prossimità” si fonda sull’idea che le persone possano aiutarsi reciprocamente all’interno delle loro comunità. Il volontariato degli anziani un pilastro di questo modello, poiché mettono a disposizione competenze e tempo, arricchendo la vita della comunità e rafforzando il senso di solidarietà e coesione sociale.
Crede che, con l’invecchiamento della popolazione italiana, il ruolo dei senior nel volontariato diventerà più cruciale?
Assolutamente sì. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’attenzione verso una longevità attiva, il contributo degli anziani al volontariato diventerà sempre più importante. È essenziale promuovere l’immagine dell’anziano come risorsa, piuttosto che destinatario di assistenza. Anche se le nuove generazioni di anziani potrebbero optare per un volontariato meno continuativo, il loro contributo resterà significativo.
Quali aspetti sorprendenti sono emersi durante la ricerca?
La forza delle relazioni costruite all’interno delle associazioni di volontariato è stata sorprendente. Molti volontari partecipano a più organizzazioni, arricchendo non solo la loro esperienza, ma anche il tessuto sociale delle associazioni. Questo scambio tra diverse realtà associative rafforza sia le persone che le comunità.
Per saperne di più sulla ricerca: “Impegnarsi per gli altri. Valori e vissuto dei volontari Auser in Lombardia” di Carla Facchini, Franco Angeli editore, Milano 2024
Auser con i suoi oltre 300mila soci, di cui 64mila in Lombardia, è la realtà associativa più rilevante per la popolazione anziana italiana. In particolare, Auser Lombardia si presenta come uno dei contesti di volontariato più interessanti per la pluralità della attività svolte che comprendono sia attività di aiuto alla persona, volontariato civico, socializzazione e promozione sociale, sia alcune università popolari.