Sorridere allunga la vita

La scienza ci dice che la durata della vita è peculiare di ogni specie animale, con variazioni enormi tra una specie e l’altra, ed è determinata geneticamente ed influenzata da una grande quantità di fattori, tra cui le caratteristiche socio-demografiche e lo stile di vita.

Partendo da questi assunti, ci si è posti la domanda se possa essere influenzata anche da una tendenza all’ottimismo, e per verificarlo si sono analizzati i dati ricavati da due grandi studi, che hanno coinvolto circa 70.000 partecipanti: il Nurses’ Health Study (realizzato su una popolazione di infermiere ed arrivato adesso alla sua terza edizione, con lo scopo di esaminare tutti i fattori che contribuiscono a migliorare o peggiorare la vita) ed il Veterans Affairs Normative Aging Study (che ha esaminato la situazione clinica dei soldati reduci americani, relativamente alla durata della loro vita in base a tutto quanto possa influenzarla).

Sono stati quindi utilizzati strumenti certificati per quantificare la tendenza all’ottimismo, e si è visto che per entrambi i generi, maschile e femminile, un livello elevato di ottimismo si associa ad un aumento della longevità, dopo i dovuti aggiustamenti per tutto quanto potesse influenzare i risultati, ovviamente comprese le condizioni di malattia e le situazioni socio-economiche.

I partecipanti sono stati suddivisi in 5 fasce, denominate quintili, in base alla quantità misurata di ottimismo: nel quintile superiore i partecipanti hanno avuto una durata della vita maggiore dell’11%-15% ed una probabilità di superare gli 85 anni che si è attestata sul 50% in più per le donne e sul 70% in più per gli uomini, rispetto agli uomini e alle donne nel quintile più basso (cioè più tendenti alla malinconia o al pessimismo).

Si tratta di uno studio di tipo osservazionale, che si limita a registrare i dati senza poter stabilire un rapporto di cause-effetto, ma il numero dei partecipanti è stato veramente importante (69.744 donne e 1.429 uomini), la meticolosità nell’esaminare gli eventuali fattori di confondimento anche e la durata della rilevazione non indifferente (da 10 a 30 anni), per cui i risultati devono essere considerati seriamente.

L’ottimismo comporta indubbiamente una maggior longevità, anche se nasce immediata l’obiezione su quale sia la causa e quale l’effetto: la miglior salute comporta ottimismo oppure l’ottimismo comporta miglior salute, e di conseguenza maggior longevità? Se fosse vera la seconda ipotesi, bisognerebbe che tutti ci sottoponessimo ad una revisione del nostro modo di vivere e di affrontare la vita: un sorriso in più ci sarà sicuramente utile.