Viaggio di una senior

4 minuti di lettura

(Di Silvia Ghidinelli)

Dopo il viaggio a Roma eccomi qui a riposo, con il ginocchio “sifolo”, come diceva mia madre, cioè gonfio e dolorante. – Riposo, impacchi d’argilla e antiinfiammatori- ha decretato la mia dottoressa. – Ma ne valeva la pena, no?- ha aggiunto guardandomi con aria indagatrice.

Sono qui sulla poltrona, con la gamba allungata.

Certo non ho più vent’anni e questi viaggi di pochi giorni, con tante cose da vedere o rivedere, sali, scendi, (ma quante scale ci sono a Roma…) stai in fila in piedi, fai tanti chilometri senza accorgertene…

Certo che ne valeva la pena, anche se Roma la conosco abbastanza bene fin dagli anni 70, spesso ospite di amici romani e poi ci sono tornata tante volte a settembre, quando lavoravo per una famosa casa editrice scolastica e facevo parte di un’equipe che teneva corsi per insegnanti alla LUMSA di via Traspontina.

Roma è sempre lì che ti aspetta, come un’amica che conosci ma che hai sempre piacere di rivedere, e quando ci vai metti sempre in conto qualcosa di nuovo: e questa volta è stato un Caravaggio nascosto, un soffitto di una chiesa affrescato da un pittore, tale Andrea Pozzo, che ha affrescato anche una chiesa qui vicino, a Mondovì.

Certo che valeva la pena di rivedere i classici del centro: piazza Navona, piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e piazza Venezia e via del Corso e via del Babuino… e il Tevere, S. Pietro e per l’ennesima volta i Musei Vaticani, con la scusa di rivedere meglio, con la guida, le stanze di Raffaello o la grandiosa Cappella Sistina.

Era un viaggio organizzato dall’Unitre di Fossano, e non è mancato, in occasione del 40° anniversario della Fondazione della nostra Associazione, l’appuntamento con Papa Francesco in sala Nervi, che i dipendenti del Vaticano chiamano puntigliosamente sala Paolo Vl, perché fu lui che la volle, affidando appunto la progettazione all’architetto Pier Luigi Nervi, e la inaugurò nel 1971.

La vedevo per la prima volta ed è spettacolare: realizzata facendo ampio ricorso al calcestruzzo armato, ha una volta parabolica che concentra l’attenzione del pubblico verso il palco, dove, sullo sfondo della Resurrezione, (scultura bronzea di Pericle Fazzini), ad un certo punto compare la minuscola figura bianca di Papa Francesco. Perché dico minuscola? Perché la sala è vastissima, si pensi che contiene 12.000 persone e da lontano il Papa parla, tradotto da prelati ai microfoni in molte lingue e benedice……

Certo che valeva la pena… di cogliere l’occasione e non farmi mancare una visita alla Mostra di Klimt a palazzo Braschi, e ho rivisto dal vero le magiche figure de la Signora, la Sposa e la sontuosa Giuditta, che da giovane turista a Vienna non avevo colto nella sua profondità.  Ho ammirato la spettacolare stanza della ricostruzione del Fregio di Beethoven ed è qui che l’ho capito nella sua profonda essenza come viaggio del Cavaliere, che rappresenta l’Uomo, tra le difficoltà e le forze ostili, per raggiungere, attraverso l’aiuto dell’Arte e della Poesia, il momento della liberazione, nell’abbraccio amoroso della Donna, in una rappresentazione dell’Umanità stessa, mentre nella sala fluttuavano le note della Nona Sinfonia di Beethoven, alla quale è ispirato il Fregio stesso.

E’ stato il regalo di un momento magico. Vedere dal vivo le opere d’arte in età avanzata è un’altra cosa per me: mi penetrano più profondamente nell’anima e dopo le ripenso e le conservo, le elaboro, le trovo sempre più profonde e arricchiscono la mia vita.

Ora sono qui sulla poltrona con ginocchio “sifolo”, i miei 77 anni, e ho tanto tempo… ma l’avrei comunque perché non ho da andare al lavoro, badare alla famiglia, fare le spese, come da giovane, quando tutto mi colpiva, certo, ma poi mi scivolava addosso tra le varie incombenze e il lavoro.

Certo che ne valeva la pena di essere andata a Roma, di aver stretto legami più intensi tra noi Associati, di aver girato come una ventenne ed ora essere qui, col ginocchio sifolo che tanto… guarirà…

Fonte: https://osservatoriosenior.it/2022/01/viaggio-di-una-senior/