Il lungo viaggio di Piero Angela

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Poco tempo fa  ci ha lasciato Piero Angela. Osservatorio Senior lo ricorda riproponendo la recensione del libro pubblicato alla vigilia del suo novantesimo compleanno: Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute.

Un testamento spirituale, ma anche lo stimolo a proseguire sulla strada da lui tracciata, come egli

stesso ci esorta a fare con il suo ultimo messaggio:“Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile paese.”

Piero Angela ha esplorato il mondo, ha viaggiato nello spazio e nel tempo, e persino all’interno del corpo umano. Oggi, alla vigilia dei 90 anni, ci racconta di un altro viaggio, questa volta lungo una vita intensamente vissuta: la sua.

Per la prima volta parla di sé, e narra aneddoti della sua vita privata, dei personaggi che ha conosciuto e i retroscena di eventi divenuti storici. Noi, leggendo, possiamo riconoscerci in ricordi e suggestioni dei nostri anni.

Angela nasce nel 1928 in una ”Italia scomparsa”, dove l’aspettativa di vita era di 55 anni e una persona su cinque non sapeva scrivere nemmeno la propria firma.

Non c’erano gli antibiotici e si moriva di tifo e di polmonite.

“Era un mondo diverso, certamente. Meno libertà, meno esperienze, meno occasioni di incontrare gente, di viaggiare. Meno soldi, naturalmente. Ma c’erano anche cose che oggi mancano.

Per esempio, il tempo per pensare. Il tempo per immaginare, riflettere.”

Durante la guerra, trascorre con la famiglia tre anni nell’ospedale psichiatrico di San Maurizio Canavese, diretto dal padre. Senza enfasi, ci svela che suo padre, lo psichiatra Carlo Angela, in quel periodo ha ricoverato molti ebrei, e insegnato loro a comportarsi da “matti” per sfuggire alla persecuzione nazista. Li ha salvati rischiando la sua stessa vita e per questo Roma gli ha dedicato una strada.

Piero Angela approda in RAI per caso, grazie alla sua passione per la musica, per collaborare a un programma sulla storia del jazz. Diventa invece radiocronista e poi corrispondente da Bruxelles, dove rimane per 13 anni.

Viene richiamato in Italia per condurre il primo telegiornale diurno, assieme ad Andrea Barbato: è il 15 gennaio del 1968.

Il terremoto del Belice, avvenuto quella notte, costringe a un cambio di programma e Angela conduce la prima lunga diretta televisiva.

Nasce un modo nuovo di fare televisione, più amichevole e vicino al pubblico, e Angela è tra i protagonisti.

Tanti sono i ricordi legati alle persone e agli eventi che hanno segnato quell’epoca, uno riguarda il meteorologo Edmondo Bernacca:

“Diventò un personaggio molto amato. Il suo numero di telefono era sulla guida di Roma, e mi disse che ogni tanto la domenica mattina alle 5 lo svegliavano dei cacciatori per sapere le previsioni del tempo. E lui, pazientemente, rispondeva…”

Ma il giornalismo va stretto a Piero Angela e la passione per la scienza trova espressione nelle prime trasmissioni di divulgazione.

Il successo è enorme, e in continua crescita. La scienza, la storia, la geografia, l’astronomia, persino l’economia: tanti sono gli argomenti che Angela ha saputo rendere accessibili al pubblico. Il segreto è utilizzare il linguaggio giusto:

Divulgare, infatti vuol dire, in pratica, tradurre dall’italiano in italiano, dicendo le stesse cose in modo chiaro. Un lavoro non sempre facile perché per poter spiegare bisogna prima aver capito bene.”

Ed è proprio il linguaggio chiaro che caratterizza Il mio lungo viaggio. E’ un libro gradevole, scritto con il tono pacato di un garbato signore d’altri tempi, che ha sempre vissuto al passo con i tempi. Un velo di nostalgia per i valori perduti non intacca la sua fiducia nel futuro e la voglia di fare progetti a novant’anni: una lezione per i giovani e anche per i senior.

Fonte: https://osservatoriosenior.it/2022/09/il-lungo-viaggio-di-piero-angela/