La vita di coppia dopo molti anni di matrimonio

La vita di coppia dopo molti anni di matrimonio

Narrazioni di uomini e donne nella prima età anziana.

Uno sguardo d’insieme

Nel 2015-16 l’Associazione Nestore ha condotto una ricerca esplorativa sulle differenze di genere rispetto all’invecchiamento, attraverso circa 40 interviste qualitative, a soggetti di condizioni sociali medio/medio buone, residenti nell’area milanese. La ricerca è stata oggetto, di una recensione di Enrico Oggioni, alla quale rimandiamo per una presentazione generale[1].

In questa nota ci sembra interessante proporre qualche elemento di riflessione relativamente al vissuto di coppia degli intervistati. Comprensibilmente, si tratta perlopiù di lunghi matrimoni, più vicini alle nozze d’oro che a quelle d’argento, quindi di rapporti ampiamente consolidati. In taluni casi, in base ad equilibri già inizialmente “stabili”, in altri, ben più numerosi, attraverso processi di assestamenti successivi. In taluni casi, emerge inoltre un’esplicita determinazione ad investire, attraverso il dialogo e le inevitabili discussioni, in un continuo miglioramneto della relazione con il/la partner.

Nello stesso tempo, componenti importanti di questo assestamento che ha accentuato la dimensione amicale della coppia sono, da un lato, la centralità assunta dai figli (e dei loro eventuali problemi), dall’altro il fatto di mantenere, per entrambi, un’almeno relativa autonomia e lo svolgere attività differenziate. Attività, in cui, peraltro, le donne sembrano avere un ruolo di traino, non solo per quanto riguarda la gestione quotidiana, ma anche per quel che concerne la socialità ‘comune’.

In questo quadro, il pensionamento, con la ben più prolungata presenza maschile in casa, se ha comportato un aumento delle attività svolte assieme, ha però, in taluni casi, dato luogo a ri-contrattazioni specie per quanto riguarda l’uso degli spazi domestici, a fronte di un rischio percepito da entrambi di vivere tale nuova presenza come una sorta di ‘invasione’ del territorio tradizionalmente femminile. Anche se, in realtà, per i nostri intervistati, tale rischio risulta attenuato dal fatto che le condizioni economicamente più che tranquille della maggior parte degli intervistati si traducono anche in case di dimensioni non piccole e, peraltro, rese più ampie dall’uscita di casa dei figli; case, quindi, che permettono una più agevole suddivisione degli spazi.

Tuttavia, pur in contesti di coppie che appaiono, di norma, sostanzialmente ‘pacificate’, non mancano situazioni di criticità, più o meno marcate, segnalate, però, soprattutto da uomini.

Certo, è abbastanza scontato che si continui a stare assieme solo se si sono raggiunti equilibri che hanno alla base adattamenti progressivi, in base sia a contrattazioni che ad accettazioni/ sopportazioni reciproche. Così come è abbastanza scontato lo slittamento della relazione coniugale verso una companionship nella quale la dimensione sessuale diventa decisamente sfocata.

Vale a dire che le interviste ben evidenziano come, specie nell’età matura, la coppia svolga un ruolo centrale nella vita dei soggetti, ruolo legato anche al lungo processo di reciproco adattamento verificatosi nel corso degli anni. Del resto, se così non fosse, si sarebbe ricorsi, data l’ormai acquisita accettazione sociale di separazioni e divorzi, allo scioglimento della coppia

E se la ‘coppia’ fosse ancora più importante per gli uomini?

Non stupisce, quindi, che gli equilibri attuali tra i partner siano stati raggiunti tramite processi di adattamento reciproci non sempre facili.

Colpisce, però, l’evidente centralità che, nel presente, la relazione di coppia assume specificamente per gli uomini i quali, in misura ben maggiore delle donne, si soffermano ben più a lungo su di essa e sulla sua importanza, rimarcando, spesso con grande delicatezza e riflessività, il ruolo che essa ha avuto nelle complessive scelte di vita.

Una centralità riconfermata, implicitamente, anche dallo stesso rimarcarne, in diversi casi, le problematicità e il senso di solitudine che da tali problematicità derivano.

Certo, possiamo leggere questo maggior rilievo della coppia per gli uomini come legato ad una loro maggior dipendenza dal lavoro di cura svolto dalle mogli e di cui essi sono stati e sono tuttora ‘beneficiari’, ma, forse, possiamo anche ricondurlo alla minore centralità che per essi hanno sia i rapporti amicali, che quelli con i figli o con la famiglia di origine (fratelli in primis).

Il loro più frequente inserimento in quelli che possiamo definire legami ‘deboli’ sembra insomma comportare che il rapporto di coppia diventi l’unico legame ‘forte’. E questa centralità sembra accentuarsi col pensionamento, quando viene fortemente ridimensionato, se non azzerato, il ruolo assunto dalle altre componenti storicamente fondanti dell’identità maschile, ossia il lavoro e le relazioni che in tale ambito si sviluppano.

Le donne invece, come almeno emerge dalle nostre interviste, appaiono assai più inserite in una pluralità di legami importanti e di lunga durata (con le amiche, con i figli, con le sorelle…), per cui il rapporto con il partner, pur rilevante, è affiancato e, in qualche misura, controbilanciato, da altri, comunque rilevanti.

Nello stesso tempo, il fatto che, nelle interviste, le donne si siano di norma dilungate più sulle relazioni amicali e sulle attività di loisir svolte che su quella con il partner, suggerisce che, per esse, tale relazione, pur fondamentale, non sia in grado di esaurire il bisogno di confronto e di supporto.

Come scritto nelle righe iniziali, le interviste sono state fatte a un campione limitato di persone, per cui non possiamo, ovviamente, generalizzare queste considerazioni. Tuttavia, riteniamo che esse sollecitino l’interesse ad approfondire queste tematiche, effettuando interviste in altri contesti sociali e, perché no, prevedendo anche interviste parallele ai due componenti della coppia, in modo da verificarne reciproci vissuti e narrazioni.

Fonte:

https://osservatoriosenior.it/2017/12/la-vita-di-coppia-dopo-molti-anni-di-matrimonio/