Valorizzare la propria casa: perché, cosa, come

6 minuti di lettura

Con l’arrivo del pensionamento si inaugura una nuova vita; cambiano i ritmi, cambiano gli impegni (quelli lavorativi diminuiscono, quelli familiari a volte aumentano), spesso si cerca di realizzare sogni tenuti per molto tempo nel cassetto (viaggiare di più, affittare una casa nelle località che più amiamo per trascorrerci momenti sereni, ecc.). Poi, con l’avanzare dell’età, possono anche subentrare nuove esigenze di carattere assistenziale o sanitario.

Questa rivoluzione della nostra vita può determinare, inevitabilmente, dei profondi cambiamenti anche nei nostri assetti economici; a volte scopriamo che risparmiamo più di prima, spesso ci accorgiamo che per fare tutto quello che vorremmo, (o ci necessita), occorrono delle nuove risorse finanziarie che non possono essere coperte dalla sola pensione.

Non esiste un’unica soluzione per affrontare queste nuove esigenze, ognuno di noi è un mondo a sé, e la strategia che si può mettere in atto dipende da tanti fattori diversi: l’importo della propria pensione, la situazione familiare, la presenza di risparmio accumulato nel tempo, la presenza di figli od altri soggetti cui vorremmo lasciare quanto abbiamo costruito nel tempo, ecc.. L’importante è anche capire se quello che ci necessita è un importo “una tantum” o un flusso costante nel tempo.

Prima di ragionare sulle possibili soluzioni, è opportuno fare due considerazioni generali.

La prima è che non è la stessa cosa coprire un fabbisogno “una tantum” (come la ristrutturazione della casa) o un flusso periodico nel tempo (come la spesa per una persona che ci assiste in caso di non autosufficienza), perché in questo secondo caso dobbiamo considerare che la sua durata potrebbe essere vitalizia (e noi non conosciamo, a priori, quanto a lungo vivremo).

La seconda è che per garantire la stabilità economica di un bilancio famigliare nel tempo è necessario tenere sempre a disposizione, accantonati sul conto corrente o comunque in investimenti a basso rischio facilmente liquidabili, un importo pari a 3 – 6 mesi del nostro reddito; un accantonamento (chiamato Fondo di Emergenza), che permette di affrontare eventuali imprevisti che potremo incontrare, con discreta tranquillità.

Detto questo, proviamo ora a vedere quali sono le strategie che abbiamo a disposizione per recuperare il denaro necessario per realizzare i nostri sogni, o soddisfare le nostre nuove necessità.

  • Usare il risparmio accumulato negli anni– Abbiamo lavorato e risparmiato per anni per vivere bene la nostra vecchiaia, ricordiamoci però che va comunque mantenuto il Fondo di Emergenza, e che se la nostra esigenza è un flusso costante nel tempo quanto accumulato potrebbe non essere sufficiente a coprire tutto il tempo necessario.
  • Mettere a reddito una seconda casa– Se la utilizziamo poco, o pensiamo di poterci rinunciare, possiamo mettere a reddito la seconda casa. L’affitto potrebbe essere temporaneo: solo i mesi estivi o invernali se si trova in una località di villeggiatura, affitti brevi o a studenti se si trova in città; in alternativa si può pensare ad un affitto a lungo termine. Mettere a reddito una propria casa offre il vantaggio che l’immobile rimane di nostra proprietà e, con l’affitto temporaneo, sarà anche utilizzabile in alcuni periodi, con l’affitto a lungo termine, invece, il reddito che potremo ottenere sarà costante nel tempo. Ma ci sono anche dei contro che è opportuno valutare: gestire una casa con affitti temporanei comporta un discreto impegno di tempo e di energie (gestione dei check in e check out, le pulizie e la manutenzione dei locali), con gli affitti a lungo termine, c’è invece il rischio di morosità, (in questo caso oltre ai mancati introiti, bisognerà mettere in conto anche delle spese legali).
  • Vendere la seconda casa– Questa scelta, come le prossime che vedremo, ci permette di ottenere un capitale prontamente utilizzabile. Vendendo la seconda casa, ci liberiamo della proprietà dell’immobile ottenendo, in cambio, un importo “una tantum” che potremmo prontamente utilizzare, per accantonare il Fondo di Emergenza, e per dedicare la parte rimanente ai nostri progetti o alle nostre nuove necessità; la soluzione ha un “contro”, il bene non potrà più essere trasferito ai nostri eventuali eredi.
  • Vendere la nuda proprietà della prima o della seconda casa– Questa soluzione permette di vendere la casa oggi, mantenendo il diritto di abitazione, (non l’usufrutto, ma solo il diritto di abitarla), fino a che rimaniamo in vita. Proprio questa particolarità la rende una soluzione possibile non solo per le seconde case, ma anche per le prime. Naturalmente l’importo che potremo ricavare dalla vendita sarà pari al valore dell’abitazione scontato di una percentuale, che varia in funzione della nostra età. Per esempio, per un proprietario di 75 anni che vende la nuda proprietà di una casa da 100.000 €, ricaverà da questa vendita circa 65.000 €. Il “pro”, di questa soluzione è dato dalla possibilità di continuare ad utilizzare questo immobile che, naturalmente, non sarà trasferito ai nostri eventuali eredi.
  • Accendere un prestito vitalizio ipotecario sulla prima o sulla seconda casa– E’ ancora una soluzione poco conosciuta e utilizzata in Italia, ma può essere interessante per chi desidera lasciare la possibilità agli eredi di entrare in possesso dell’immobile. In pratica, la banca accende un mutuo ipotecario, riconoscendo al proprietario un importo che varia in funzione della sua età, (indicativamente potrà essere pari al 15% del valore dell’abitazione per un proprietario di 60 anni, del 50% del valore della casa, per un novantenne). Chi riceve il denaro non deve restituirlo pagando delle rate periodiche, gli interessi maturati saranno calcolati, ma rimarranno a carico della banca. Solo alla nostra morte gli eredi potranno decidere se pagare il debito (capitale + interessi maturati), riscattando il bene, o far vendere l’immobile dall’istituto di credito, che così coprirà il debito con il ricavato; in quest’ultimo caso, qualora il ricavato della vendita fosse superiore al debito, la parte eccedente verrà riconosciuta agli eredi.

Complessivamente, esistono cinque possibili soluzioni per fronteggiare le nuove esigenze dei senior, da valutare con attenzione, magari facendosi aiutare da una persona preparata che ci aiuti a valutare con attenzione i pro e i contro delle diverse alternative.

FONTE: https://mail.google.com/mail/u/0/#search/osservatorio/FMfcgzGsnLHcLCtpQNtGmMzFNBpPRQrT