La forza dei riti

I riti accompagnano la nostra vita, sono il linguaggio degli affetti, sono un segnale di riconoscimento reciproco tra le persone: è come dire io ti riconosco, tu mi riconosci; questa nostra abitudine, per noi unica, crea tra noi un legame speciale. Pensare ai riti che ho instaurato con le persone della mia vita mi scalda il cuore.

Da più di 20 anni con l’amica Katia abbiamo un rito: passare qualche giorno al mare d’estate nella sua casa in Liguria: in primavera prendiamo accordi, poi magari non ci sentiamo più o non ci vediamo, perché non abitiamo nella stessa città, ma sappiamo che partiremo. Negli anni 90 era ai primi di luglio, quando tutte e due lavoravamo ed io ero libera dalla scuola e lei prendeva ferie in ospedale. Era un modo di vivere insieme, di fare un riassunto delle nostre esperienze di vita e di lavoro, di valutarle insieme, di vivere liberamente l’aria e il mare estivi che amiamo molto. Un rito che ora, da quando siamo in pensione, ripetiamo in agosto; che abbiamo continuato a ripetere anche dopo il suo matrimonio, dato che il marito non amava il mare e che continueremo a ripetere anche ora che lui non c’è più.

Per alcuni anni con l’amica Marina avevamo il rito del Capodanno alla Fenice di Venezia. Aveva iniziato lei a regalarmi il biglietto alla Fenice per il Concerto di Capodanno. Infatti Marina, amica storica, ha vissuto alcuni anni in Veneto per lavoro, così lei veniva in Piemonte dalla sua famiglia a festeggiare il Natale, poi il 29 dicembre partivamo in macchina per il Veneto dove incontravo le sue vivaci amiche e all’ultimo dell’anno partivamo per Venezia: un palchetto alla Fenice per il concerto della sera, e poi a cena da una sua amica vicino a piazza S.Marco e a mezzanotte in piazza….Ora Maria, in pensione, è tornata ad abitare qui in Piemonte e si è sposata ma il ricordo del nostro rito ha lasciato le sue tracce, infatti a Capodanno ci chiediamo sempre: Che cosa fai? Ti ricordi?……Insieme agli auguri.

I riti sono indimenticabili, e creano un legame indissolubile tra le persone.

Paolo aveva il rito del tè e ne era un intenditore: a casa mia lo preparava lui con i tè pregiati che mi regalava: un Lapsang o un Assam, rigorosamente in foglie, mai in bustine. E avevano un sapore speciale, che ricerco ancora ora quando prendo un tè sola in casa , ora che lui non c’è più. E’ un rito che continuo con gioia, che mi ricrea quei momenti intimi.

Ma il rito è anche l’occasione per rinsaldare l’amicizia e l’affetto di una persona a noi vicina.

Con la mia giovane nipote universitaria ho il rito dei biscotti: spesso quando parte per Torino, dove si ferma una settimana, le preparo un sacchetto di biscotti di nocciole: mentre li preparo e li inforno penso a lei e so che lei penserà a me quando li mangerà. Quando glieli porto alzo il pacchettino e lei mi guarda e sa…..

Con Mary una volta a settimana ci troviamo a far colazione in un baretto a metà strada, visto che non abitiamo nella stessa città e ci concediamo tutto il tempo che ci piace, leggiamo insieme La stampa e parliamo, contente di stare insieme. Basta una telefonata per rinnovare il rito…

Con sei amiche celebriamo da qualche anno il rito del falò della notte di S.Giovanni, nella casa di campagna di Margherita. Anna raccoglie sette erbe aromatiche e ne fa dei mazzetti che regala a ciascuna di noi come portafortuna e che lasceremo esposti alla rugiada della notte. Dopo la cena all’aperto accendiamo il falò nel quale bruciamo il mazzetto delle erbe dell’anno precedente. Questo nostro rito è sempre un momento molto atteso per reincontrarci e quando due anni fa Anna non si è presentata perché andava ad un concerto le abbiamo fatto il muso per un po’….come aveva potuto tradire il nostro rito collettivo?

Un altro rito a me caro è andare in Liguria il giorno del mio compleanno a giugno, in un luogo che amo molto: i giardini Hanbury. E’ quasi estate e il giardino mi regala la jacaranda fiorita al fondo della scala d’ingresso ed è caldo e profumato di fiori. Ho condiviso il rito con mia figlia, poi si è aggiunto mio genero, i miei nipotini quando erano piccoli, con amici, con amiche. Ricordo ogni volta ed ogni persona, ma di certo il rito è il ritorno al giardino che mi pare di incontrare, ogni volta, come una persona amica che mi aspetta e che ha dei segreti da rivelarmi.

Pensare ai riti della mia vita mi ha fatto sentire una persona speciale e fortunata, ma ha fatto anche nascere e crescere in me la voglia di crearne di nuovi, con le persone di sempre e, perché no, anche con persone nuove.

(Scritto da Silvia Ghidinelli.

Silvia Ghidinelli cura un gruppo di lettura e uno di Invecchiamento attivo all’Unitre di Fossano ed é membro dell’Associazione culturale Cicerone del suo territorio. In queste vesti si occupa sia di senior sia di giovanissimi.)

Fonte: https://osservatoriosenior.it/2019/04/la-forza-dei-riti/