La vita in pensione tra sogni, bisogni e nuove necessità

La vita in pensione tra sogni, bisogni e nuove necessità

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È arrivato il nostro turno, abbiamo finalmente raggiunto i requisiti pensionistici e possiamo andare in pensione; non più lavoratori, ma felici pensionati. Una fase di vita nuova, lunga, da scoprire e modellare come più ci piace; ci aspettano passeggiate, degustazioni, viaggi, nuovi hobbies, tutto ciò che “il tempo liberato” ci saprà donare.

Per poterci godere le novità che ci attendono, dovremo però poter contare su flussi di denaro costanti e vitalizi, capaci di sostenere i nostri desideri e di aiutarci a far fronte alle necessità quotidiane. In parole semplici, avremo bisogno di entrate solide per sostenere vecchi e nuovi consumi.

Immaginiamo tre amici, neo pensionati, sessantacinquenni.

Ciò che li accomuna è il desiderio di cominciare con entusiasmo una nuova fase di vita; ciò che li differenzia è l’ammontare dell’assegno pubblico INPS, esito di carriere lavorative diverse e di contribuzioni differenti.

Il primo riceve 1.000 €, il secondo 2.000 €, il terzo 3.000 € al mese.

I dati ufficiali Istat ci raccontano che un “italiano medio” adulto, non ancora in pensione, spende mensilmente 2.041 € al mese. Se confrontiamo le disponibilità economiche con le disponibilità per consumi, prima e dopo l’entrata in pensione, risulta evidente che il pensionato A sarà costretto a rinunciare a ben il 50% dei suoi consumi (o attingere a quanto messo da parte negli anni); il pensionato B potrà continuare a vivere come prima, redistribuendo le proprie spese come desidera (ad esempio, meno pranzi di lavoro, più viaggi); il pensionato C potrà invece contare su quasi 1.000 € in più, da spendere come preferisce (Tabella 1).

Tabella 1

Spesa media mensile per consumi (Istat) Ipotesi Assegno

INPS mensile

Disponibilità per consumi
Persona sola 35-64 anni 2041,77 € Pensionato A 1.000 € – 50%
Pensionato B 2.000 € equivalente (-500 €)
Pensionato C 3.000 € + 50%

Tutto questo in uno scenario di “vita normale”, dove nulla cambia e la quotidianità fila liscia.

Cosa accadrebbe però se capitasse un incidente e i tre amici avessero bisogno di assistenza quotidiana e continua … oppure, se dovessero far fronte a spese sanitarie improvvise e non pianificate … o se volessero ristrutturare casa?

La tabella 2 mostra alcuni costi medi conseguenti ad uno dei tre eventi ipotizzati: uscite per nulla irrisorie che andrebbero fortemente ad impattare sul bilancio familiare dei tre pensionati, mettendo a rischio la loro quotidianità.

Tabella 2

Costi medi
Assistenza a persone non autosufficienti 18.639 € all’anno
Spesa sanitaria pro capite “out of the pocket” 655 € all’anno
Ristrutturazione di casa 20.000 € una tantum

Fonti: Elaborazioni Progetica su dati IRS, CCNL Colf e INPS – REF Ricerche su dati Censis – Rbm Assicurazione Salute – Ricerca Houzz & Home – Italia 2017: Ristrutturazioni Residenziali

Le riflessioni effettuate sino a qui, puramente esemplificative, non devono certo allarmare, ma far riflettere e motivare la messa in atto, per tempo, di ciò che serve per una vecchiaia senza ansie o preoccupazioni.

Ognuno di noi può infatti mettere in campo diverse azioni, alcune “preventive”, altre “riparative”.

Il primo consiglio è quello di non tergiversare e pensare per tempo alla propria pensione, effettuando un’attenta pianificazione dei propri obiettivi di consumo (cosa mi servirà per vivere bene?) e individuando strumenti pensionistici coerenti (previdenza complementare o privata) con i propri bisogni.

Non solo previdenza, ma anche tutela preventiva della propria salute ed autosufficienza “da più grandi”: esistono numerose soluzioni assicurative che permettono di proteggersi da un’eventuale perdita di autosufficienza in età avanzata, garantendo le risorse per far fronte a cure e assistenza continuative (come ad esempio le “Long Term Care”) o che rimborsano le spese sanitarie sostenute privatamente.

Se però non siamo stati così lungimiranti e dobbiamo trovare in fretta una soluzione per equilibrare entrate ed uscite, la primissima cosa da fare è il “budgeting”, ossia un’accurata analisi del proprio bilancio familiare, unita ad un taglio preciso e ragionato delle voci di consumo che riteniamo essere secondarie.

Il budgeting è essenziale, ma potrebbe non bastare e potremmo quindi aver bisogno di agire sull’altro fronte, ossia sulle entrate.

Un buon modo per farlo è quello di rimettersi in gioco e avviare un nuovo lavoro in linea con le proprie competenze ed ambizioni; l’auto-imprenditorialità da senior, oltre a far sentire utili, permette infatti di integrare l’assegno pensionistico mensile. Negli Stati Uniti, ad esempio, i pensionati al «lavoro» sono più del 18% di quelli in età di quiescenza.

Un’ulteriore soluzione potrebbe essere quella di ripensare alla propria abitazione ed “usarla a proprio favore”. È infatti possibile conseguire una rendita o un capitale utile all’integrazione pensionistica grazie alla propria casa. I modi più noti per farlo sono la nuda proprietà (che consiste nel vendere l’immobile mantenendo il diritto di abitarlo, o affittarlo, per tutta la vita), ed il reverse mortgage (attuabile dai 60 anni di età, consiste nell’ ipotecare il proprio immobile ottenendo in cambio un importo una tantum o periodico, di solito annuale).

Indipendentemente dalle soluzioni che ognuno sceglierà di adottare, ciò che conta è sapere che si possono fare moltissime cose per preparare (o, se necessario, reindirizzare) la propria stabilità economica in pensione.

Servono un po’ di consapevolezza, tenacia e fantasia.

Fonte: https://osservatoriosenior.it/2019/01/la-vita-in-pensione-tra-sogni-bisogni-e-nuove-necessita/